lunedì 14 luglio 2014

         - APPUNTI DI HENRY PHILIP AUGUST CHESTERTON -

Mi domando con quanto pressappochismo i miei genitori abbiano affrontato la questione che vede Francis protagonista. Non è certo nuovo a stramberie e permettergli di affrontare un Grand Tour non mi trova affatto concorde. Non tanto per l'età, questo è dettaglio trascurabile, quanto per le vere o presunte manie ed allucinazione di cui soffre, di cui mi ha raramente accennato e che mi preoccupano in modo indicibile.
Che esista, da sempre, un che di strambo nei Chesterton di  Abingdon l'ho appreso sfogliando gli annali di famiglia giù, in biblioteca. Papà non ne ha mai fatto accenno ma io so, per quelle poche volte che ho avuto accesso ai tomi relegati più in alto, quasi a nascondere un'infamia, che in noi risiede qualcosa di strano. Possibile che il vecchio non capisca che più nasconde qualcosa e più io tenterò la strada per ottenere di vedere, studiare, capire?
Chiusi ieri nella casa dell'onorevole Sig. Fitzpatrick,  a causa di un insolito cattivo tempo per questa stagione, ci siamo annoiati come non mai. Il mio pensiero era rivolto al legno che ci starà attendendo in porto per la traversata della Manica ed al nostro ritardo sul programma quando ecco entrare il nostro ospite. Ho preparato la pipa e, nel mentre discutevo con il Sig. Fitzpatrick sull'uso errato del carbone con cui essiccare i malti ed il fortunato risultato invece ottenuto, ho posato la mia attenzione su mio fratello Francis.
Giocherellava con la moneta d'oro prussiano ricevuta, alcuni anni orsono, dal Capitano Grogan di ritorno dalla guerra sul Continente.
L'espressione sul suo viso prima, i tratti contratti poi e le sue mani, visibilmente tremanti, mi hanno fatto capire che era preda di uno dei suoi nefasti sogni ad occhi aperti proprio lì, proprio in quel dannato momento...